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Questa è la storia di mio nonno Achille, padre di mio padre Mario. Romanzata per la parte a me ignota, è invece assolutamente vera - direi persino storica - per quella conosciuta, quella che mio papà mi raccontava, spesso nelle serate d'inverno, seduti attorno alla stufa mentre mia mamma faceva arrostire le castagne. Io lo ascoltavo incantato per la straordinarietà delle cose che man mano venivo a conoscere: la vita nomade di mio nonno, il coraggio e la determinazione di mia nonna Giulia, giovanissima diciannovenne che ha seguito e ha poi sposato l'uomo e soprattutto l'artista di cui si è innamorata. Tutto accadde sin dal primo incontro che il destino ha voluto, quando un colpo di fulmine, un celeste raggio, li trafisse. E ciò anche se mio nonno, per una sorta di pudore che a quel tempo regnava sovrano, per qualche tempo non volle ammetterlo nemmeno a se stesso. Di quel loro primo straordinario incontro, e di ciò che ne seguì, ho colmato le pagine di questo libro. E sono certo che, senza la guida di mio padre e di nonno Achille da lassù, mai sarei riuscito a scriverle.